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SINOSSI libro LA PIEGA

OPERE LETTERARIE

SINOSSI:"La Piega - dall'altra parte del cuore".
Autrice: Rosangela Chirico


Nella raccolta poetica "La piega - dall'altra parte del cuore" si rivela un naturale prolungamento di quell'altra forma d'arte che di lei già conoscevamo: la pittura, l'installazione creativa. Per cui, a leggere il florilegio delle sue poesie, siamo riportati nel mondo - a lei familiare - delle metafore del reale, dei sogni, dei dolori, delle prospettive, delle incarnazioni, delle armoniche connessioni, delle attese e delle fessure, della transitorietà del tutto e della lucentezza del particolare. Una continuità artistica, che denota ovviamente una linearità di percorso umano e di maturità interiore.
Quindi, un libro scontato? Senza alcuna novità? Tutt'altro. Il lettore si ritroverà ad essere corteggiato da un viaggio che lo scomoderà dai suoi rovinosi calcoli e dalle sue abituali conclusioni. "La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza" (Albert Camus, L'uomo in rivolta). La poesia di Rosangela è come un tocco di colore sul grigio piatto, per cui non puoi non chiederti: perché? cosa significa? ed ora?
Dal cumulo delle metafore, in cui ci s'imbatte leggendo questo libro di poesie, emerge la triade arcangelica di Gabriele, Raffaele, Michele. Noi, probabilmente, penseremmo di poterne fare a meno, mentre Rosangela ci impone, delicatamente, il necessitato confronto con la loro presenza:

Le mie preghiere come i passi non sanno
che qualcosa di bello domani accadrà.
Non sanno che Gabriel è qua.
(Gabriel)

Attraverso il verde, e mi ritrovo in te Raphael.
(Raphael)

Un taglio di luce: e sono salva oltre il buio.
L'amore ha il colore di Michael.
(Michael)

Gli angeli, anzi gli arcangeli, a denotare la prossimità dell'infinito e la fame di soccorso che perimetrano l'esperienza umana, quella dicibile, ma soprattutto quella indicibile. E di questo indicibile Rosangela si fa… "sarta":

Tra le scie infuocate
srotolo il cuore
col filo del suo suono
ricucio il mio Cielo
col blu di stoffe e rattoppi.
(Nel nome del Padre…)

Oltre il muro fioriscono gli aliti agresti […]
… tra quei ventri di pietra fa eco il fiato.
(Asfalto e pietre)


Le liriche e le tele di Rosangela Chirico contenute nel libro non prescindono da due aspetti caratterizzanti l'intera raccolta: il genere poetico e la tipologia delle opere dipinte.
Pervasi da una forte sensibilità interiore, si distinguono per il fervore devozionale che stimola sentimenti sacri, per la dedizione alla preghiera e per la fede a un ideale divino.
La prima lirica "Linea scarlatta" (pag. 16) costituisce la premessa dell'intera raccolta. L'autrice anticipa il senso dei suoi componimenti, rivela di "imbastire i silenzi" su "ritagli di pensieri", seguendo il profilo dell'anima; svela di scrivere sulla tela dei suoi pensieri i silenzi loquaci affioranti dalla sua interiorità. Con la scrittura "cuce" preghiere, riflessioni e devozioni intime e, "impunturando" con una "linea scarlatta", scrive di percezioni e di turbamenti reconditi.
Il tema fondamentale delle liriche è l'anima, topos di profondi silenzi, luogo senza immagini da cui lo spirito s'innalza alla meditazione mistica.
L'autrice, attenta ai sentimenti della devozione, esalta nei versi le sue sensazioni, le stesse che in un secondo momento ripropone con la figurazione verbo-visiva del testo poetico. I versi assumono così forma plastica in opere polimateriche su tela. La scrittura poetica "imbastita sulla tela dei pensieri" si concretizza sul supporto ondulato dei dipinti. "La linea scarlatta" che scrive silenzi su "ritagli di pensieri", che traccia le rispondenze dello spirito, da quel luogo di "profondissima quiete" in cui vi dimora e da cui si eleva alla contemplazione mistica, si concretizza in pieghe ondulate che rappresentano "l'altra parte del cuore". La piega assume così un suo significato simbolico con la sua forma bloccata nella materia gessosa, da cui si leggono soltanto alcuni brandelli di versi trascritti con l'inchiostro sul supporto materico. La piega per la sua conformazione ha la parte anteriore evidente e la parte posteriore nascosta, sottesa; ha una parte visibile e una parte invisibile. La scrittura e il suo contenuto frammentato dalla piega è la rappresentazione di ciò che è visibile e di ciò che non è visibile, ma che si arguisce e si può conoscere soltanto attraverso la fede. Ogni brandello di scrittura raffigura l'incompletezza dell'uomo e del suo pensiero. E come il frammento grafico trova la compiutezza del senso nel verso nascosto della piega così l'uomo trova la completezza del suo pensiero nella parte di sé a lui nascosta e apparentemente inesistente. L'essere umano continuamente anela alla conoscenza dell'altra parte di sé, quella immateriale, spirituale, che cerca e trova con la fede nell'iperuranio, nel mondo delle idee.
Con un linguaggio sincretico, costituito dal segno grafico e dal segno iconico, l'autrice crea opere che trovano riferimento nelle esperienze della poesia visuale nate in Italia alla fine degli anni Cinquanta con i movimenti di poesia concreta, poesia visiva e nuova scrittura del vasto fenomeno mondiale denominato Poesia Visiva. Nei lavori di Chirico s'impone la scrittura, la parola esaltata dal colore, da altri segni (tessuti tagliati, stoffe lacerate, immagini, carte incollate, mescolanze gessose) e in particolare dalla piega che nel suo andamento ondulato assorbe o riflette la luce creando rilievi chiaroscurali ed effetti volumetrici, contribuendo alla stessa fisicità dell'opera.
Il segno grafico, congiunto alla materia e alla piega, determina ulteriori segni i quali interagendo tra loro creano un linguaggio che s'inserisce nella scrittura visuale.
Fondamentale e intenso è il rapporto dell'autrice con la materia che assurge a simbolo del mondo fisico mentre il contenuto delle poesie, evocando gli esseri spirituali divini, rappresenta la dimensione eterea dello spirito.





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